|
fig.
1 Pier Giorgio De Pinto, Kyrie Eleison, 2002 Installazione
Boccheggiano, Grosseto, Chiesa di San Bartolomeo |
|
fig.
2 Pier Giorgio De Pinto, Lyric Poetry, Progetto Sacer, 2005,
installazione presso Zò Caffè per la Rassegna GO to
Zò Bologna |
|
fig.
3 Federico Gori, Sette Bandiere per il Bacchino, 2002, Installazione
Prato, Palazzo Comunale |
|
fig.
4 Federico Gori, Zerkalo, 2005, Frame da animazione video |
|
fig.
5 Manuela Menici, Più ore d'amore di quanto si possa ripagare,
2003, Installazione Firenze, Villa Vogel |
|
fig.
6 Manuela Menici, Constellations Performance, 2004,
Ballerina Erika Faccini, direzione artistica Virgilio Sieni, CANGO
Cantieri Goldonetta Firenze |
|
fig.
7 Gerardo Paoletti, I pesci non portano fucili, 2003, Installazione
Giardino di Spoerri, Grosseto, Seggiano |
|
fig.
8 Gerardo Paoletti, A me la pasta, 2003 |
|
foto
cortesia autori |
|
|
Il luogo dell'artista contemporaneo sembra essere diventato quello
dei premi e dei concorsi artistici. I premi dell'arte sono divenuti
campo di selezione feroce per attribuire un valore agli autori e alle
opere del presente. Guardati con sospetto e mal tollerati dalla contestazione
culturale degli anni sessanta, dagli anni ottanta ad oggi sono stati
praticati in buona parte del pianeta. Quando partono con tutte le
migliori intenzioni, si affermano come occasione di riflessione, nel
tentativo di attribuire un valore e un criterio di selezione che spesso
risulta debole. In assenza di un criterio forte ciò che premia
è la professionalità, se il sistema dell'arte di riferimento
è protetto da soggetti culturali di un certo spessore, quali
istituzioni, enti e fondazioni, mentre si afferma la mediocrità
se a muovere le fila sono quelle realtà locali che non vengono
supportate adeguatamente a livello culturale e disperdono le energie
in una mentalità provinciale che relega l'arte alla pura decorazione
e alla modalità dei soliti nomi in un business a circuito
chiuso.
L'arte non è una categoria definita; l'arte riguarda il rapporto
spazio-tempo, si produce nel presente ma il suo valore si attribuisce
a posteriori. L'eclettismo contemporaneo ha prodotto uno slittamento
di interesse dall'opera all'artista: non essendoci più una
prevalenza di stile, egli si muove attraverso un modo di procedere,
una serie di strutture concettuali che stabiliscono le basi dell'opera
stessa e ne formano la sua poetica. Attraverso questa modalità
il valore assegnato viene stabilito dal processo, dal modo di pensare
più che dal quadro, dall'oggetto, dalla fotografia, dal video,
dall'installazione, dalla performance o da altre forme o materiali
non convenzionali.
Il sistema dell'arte prevede un tam-tam monotono e ripetitivo che
raccoglie consensi nella cerchia ristretta degli addetti ai lavori,
dove vengono premiati nomi omologati al suo interno senza il coraggio
di osare.
Nel panorama artistico contemporaneo il vasto pubblico a volte può
apparire disorientato di fronte all'incomprensibilità di certi
linguaggi o alla stravaganza delle forme, ma tutto questo è
il risultato di un progetto consapevole e perfettamente in sintonia
con il tipo di lavoro che si vuole proporre all'attenzione. L'arte
all'interno di questi progetti dovrebbe coinvolgere il tessuto culturale
e sociale delle città, attraverso le istituzioni, le gallerie,
i committenti, mentre gli artisti, secondo una buona prassi, dovrebbero
sottolineare i fermenti e le idee, trasmettere una poetica, la testimonianza
di una presenza culturale del tempo presente.
Il lavoro dell'artista si riferisce all'esistenza e testimonia le
circostanze culturali e sociali, ma nello stesso modo interagisce
all'interno di un mercato che esercita una pressione e una richiesta
di efficienza in rapporto a prodotti culturali di successo finanziario.
Il sistema dell'arte occidentale ha dato vita ad un'arte socialmente
pertinente elevando e disarmando negli ultimi anni i contenuti culturali
e politici come prodotto culturale.
L'aggettivo politico diventa trend, si assiste alla sua estetizzazione
all'interno dei progetti curatoriali d'arte e di cultura. In questa
nuova situazione l'artista non è più il personaggio
ingenuo e bohémien ma una figura professionale nel modo
di presentare il suo lavoro attraverso un progetto, una strategia
di marketing, un brand.
In Italia le istituzioni non tutelano adeguatamente il lavoro creativo
dei "giovani". Gli artisti italiani partono svantaggiati
rispetto agli artisti stranieri che possono contare su un sistema
culturale, politico ed economico più forte e protettivo. Nel
nostro Paese vi sono scarse politiche culturali a sostegno dell'arte
contemporanea e il pubblico dell'arte, che frequenta mostre e fiere,
si muove nel contesto di un mercato che oscilla tra cultura finanziaria
e dibattito culturale dove fa la parte del padrone il collezionismo
privato. Qualche volta le fondazioni sono coinvolte in progetti che
riguardano l'arte moderna e contemporanea, ma spesso per opere di
restauro e manutenzione, mentre dovrebbero finanziare anche progetti
culturali e ricerche, progetti indipendenti per la promozione della
cultura nelle città.
Le istituzioni museali, inoltre, si trovano a gestire poche risorse
e molte opere delle collezioni permanenti parcheggiate in cantina
in attesa di collocazione.
Il museo d'arte contemporanea dovrebbe assumere una specifica funzione
sociale nel mettere in evidenza i valori che l'arte genera anche in
rapporto al territorio, inteso non solo come spazio geografico in
senso lato, ma anche come spazio di politiche culturali locali; in
questo senso potrebbe servirsi dell'arte per attivare un processo
di trasformazione e di ricostruzione dei valori, della simbolizzazione
e della sacralizzazione del presente, tutto a vantaggio di una politica
e di una economia che dia impulso alla crescita sociale, alla identificazione
e allo sviluppo intellettuale degli individui. Nell'epoca della "post-modernità"
e della "globalizzazione" l'arte può servire
a connotare con maggiore identità i luoghi all'interno dei
loro processi formativi e di produzione.
Le politiche culturali, affermandosi in rapporto alle risorse economiche,
attivano procedimenti simbolici e organizzativi che caratterizzano
di significazione lo spazio esterno.
La maggiore complessità culturale si afferma all'interno delle
città dove convivono una grande varietà di fenomeni
collettivi e individuali, culture contrastanti e interconnesse, subculture
giovanili e spazi creativi autogestiti.
La cultura assume come luogo di produzione l'ambito urbano che si
qualifica come il "luogo immaginario della cultura globale
e locale".
L'associazione e l'identificazione della cultura urbana con la cultura
giovanile e di tendenza diventa automatica e definisce tutta una serie
di linguaggi e di sperimentazioni che divengono spesso oggetto di
riconversione e di saccheggio in termini di mercato di uno stile nato
al di fuori e, il più delle volte, contro il sistema.
Cosa si nasconde e cosa si vuole intendere con l'etichetta di arte
giovane? L'arte giovane riguarda l'età anagrafica degli artisti
o si riferisce piuttosto alle modalità operative nuove in rapporto
al tempo e alla cultura contemporanea ?
Il sospetto nasce da come questo concetto viene espropriato, strumentalizzato,
sottoposto a indagini e da come venga applicato in maniera parodistica
ad ogni età e percorso artistico.
L'arte giovane in questi casi corrisponde solo ad un'etichetta basata
su meccanismi funzionali a dettare le regole di una filiera basate
sulla capacità di negoziazione dell'artista in rapporto a vari
soggetti di promozione della politica e del mercato.
L'arte giovane all'interno di questo modello rischia di divenire uno
strumento per veicolare l'idea di un nuovo apparente, ma poi sortire
qualcosa che non cambia, non si modifica, non entra in relazione,
se l'artista non stabilisce un meccanismo di difesa rispetto al proprio
lavoro e a come questo viene veicolato all'esterno.
In una società mediatizzata dalle immagini dello spettacolo
e della pubblicità, dove gli aggettivi di "bellezza"
e "gioventù" sono sinonimi di successo e ricchezza,
l'artista si trasforma nel simulacro di se stesso, all'interno di
un circuito economico e politico che lo replica all'infinito. Solo
attraverso le armi del distacco, dell'ironia e dell'ambivalenza nei
confronti del sistema istituzionale l'artista potrà operare
uno scarto, un corto circuito rispetto alle regole corporative e/o
dominanti per recuperare la possibilità di riempire di significati
gli oggetti, i segni, le figure, trasformate in una moltitudine di
simulacri significanti secondo una proiezione della propria coscienza
e del proprio sentire.
Un gruppo di artisti che opera a Venezia ha dato vita, in maniera
ironica e provocatoria, al progetto "Casting", un
concorso per artisti visivi dove i candidati sono stati valutati attraverso
tutti i procedimenti tipici dei programmi televisivi di successo.
Il vincitore del concorso sarà pubblicizzato con un manifesto,
accompagnato da uno slogan rappresentativo, sui muri di Venezia durante
il vernissage della Biennale di Venezia 2005, al quale parteciperà
come icona vacante e vagante, forte solo della sua capacità
relazionale e di intrattenimento. Il suo lavoro non sarà visibile
né potrà essere oggetto di indagine o di interesse.
È evidente che con tale strategia, pubblicizzata anche su riviste
specializzate come Flash Art 1,
gli organizzatori hanno voluto proporre una riflessione sul valore
dell'arte nel sistema contemporaneo in rapporto all'immagine dell'artista
attraverso l'universo mediatico. Tutto ciò ha portato inevitabilmente
a constatare l'importanza e la visibilità della persona, il
personaggio con le sue capacità relazionali rispetto all'opera
d'arte. In questo senso si produce un meccanismo in cui l'arte è
affidata ad artisti visivi che esistono solo in rapporto ad un meccanismo
economico di industria culturale: "è il momento dell'opera
d'arte nel tempo della riproducibilità tecnica ... degli artisti"
2.
Riflettendo in maniera consapevole sulle dinamiche e sulla politica
dell'arte attraverso l'indotto economico che qualifica l'opera in
prodotto e profitto, c'è da chiedersi attraverso un dibattito
culturale qual è il senso ed il valore dell'opera e qual è
il ruolo dell'artista nella società contemporanea.
L'arte riguarda il territorio e la sua produzione culturale. Il territorio
non esiste in natura in quanto è da intendere come un prodotto
storico di un processo dinamico di stratificazioni che riguardano
l'ambiente e l'uomo, la natura e la cultura.
I concetti di politica culturale e di territorio nello spazio contemporaneo
appaiono così interconnessi e dettati da condizioni di reciprocità
che non è facile dedurre quanto siano le logiche di sistema
a determinare una politica culturale di qualificazione territoriale
oppure il territorio stesso che ha in sé i presupposti divenendo
strumento di sviluppo verso nuove forme di identità. L'azione
dell'artista è destinata ad uno spazio sociale, quindi l'arte
influisce sul rapporto, sull'equilibrio e sulle funzioni dei due termini
del discorso.
L'artista attraverso la pratica dello spostamento ha costruito il
senso dell'azione nell'ambivalenza, rifuggendo dal rischio del politicamente
corretto e dalle buone intenzioni, ormai associate a connotazioni
false e buoniste.
Il piano dello spostamento consiste nella ricerca di uno spazio collaterale
che non ricerchi il conflitto diretto con lo spazio istituzionale
ma crei spazi impropri per destabilizzare e creare esperienze di riflessione
e responsabilità. Dall'autonomia dell'oggetto degli anni '80
si è passati alla specificità dello spazio espositivo
negli anni '90 creando una direzione artistica verso territori non
deputati all'arte.
L'artista da eroe romantico si è trasformato in stratega del
proprio ruolo all'interno del mercato e della società. Egli
ha assunto nuovi modelli comportamentali, identità multiple,
identità nomadi, relative alla propria esperienza e/o al proprio
corpo, alla cultura, alla realtà tra storia e progetto virtuale.
Attraverso lo sconfinamento dei linguaggi sia tecnico-formali che
teorici l'esperienza, fluida e mutante, stimola processi di cambiamento
percettivo dello spazio sociale e degli stereotipi codificati.
"L'artista arriva nel luogo della prossima mostra, si guarda
rapidamente intorno, cerca il possibile punto di crisi, fa la sua
proposta e se ne va. Tutto questo non ha in sé niente di sbagliato,
è segno dei tempi, ma è un segno di difficile decifrazione"
3
L'opera d'arte esiste in rapporto al contesto e alla sua capacità
di opporre resistenze e presenze destabilizzanti al suo interno. Il
lavoro dell'artista funziona in rapporto alla capacità di produrre
interrogazioni, racconti e riflessioni di partecipazione esperenziale:
il dibattito, l'interazione e la fruizione. La sua funzione non può
essere frivola o meramente decorativa, ma attraverso il rituale deve
rappresentare il proprio tempo promuovendo un processo di evoluzione
della visione del mondo.
L'attuale sistema dell'arte - gallerie, musei e riviste d'arte ufficiali
- è inadeguato e pretestuoso, maschera un certo disagio nel
pubblico che determina confusione e false interpretazioni. Per chi
crea l'artista ? Per sé, per il gallerista o per il collezionista
? Bisogna smascherare una certa dittatura, travestita da "critica
della società dei consumi" e supportata da cataloghi e
riviste d'arte "troppo" specialistiche, strumentalizzate
politicamente o pagate con i soldi dei mercanti.
L'ironia e il cinismo nell'archeologia del presente diventano un metodo
di contenimento e di difesa rispetto all'accademismo e alla burocrazia
istituzionale. Il cinismo si afferma come ontologia benefica per operare
il distacco e lo straniamento linguistico per un'etica della resistenza
contro la banalità e il terrore in cui viviamo.
Il postmodernismo ha messo in evidenza i limiti dell'oggetto in un
sistema autoreferenziale dove da condizione e mezzo si è trasformato
in fine a se stesso.
La crisi nel sistema economico occidentale, l'integralismo religioso
e le probabili lotte per il potere nel nome dell'integrità
dell'io, hanno determinato una situazione estremistica di incertezza
e smarrimento dell'uomo contemporaneo.
La difesa del capitale ha legittimato l'imperialismo ad utilizzare
la repressione e la guerra come metodo per ottenere il consenso e
stabilire il controllo.
"C'è qualcosa che occorre dunque imparare. Salvifico
è l'abbandono. Salvifica è la dimenticanza. Salvifica
la disidentità, nel contatto con l'altro biologico, etnico,
macchinino, biotico, immaginario. E questo è l'esercizio a
cui ci addestrano gli artisti ..." 4
Il lavoro degli artisti più impegnati nella ricerca e nei linguaggi
non convenzionali pone le basi su riferimenti storici dell'arte d'avanguardia
che vanno oltre il semplice utilizzo dei mezzi convenzionali, quali
la pittura e la scultura e riguardano la fotografia, la videoarte,
l'arte digitale ed elettronica: terreno, questo, ricco di ibridazioni
che dà vita ad altre forme di espressione artistica basate
sul comportamento e sulla comunicazione.
L'arte elettronica e multimediale ha maggiormente modificato la riflessione
tra arte e pubblico, artista e opera, metodologie di analisi e di
interpretazione critica. Si tratta di una nuova cultura in cui il
valore sociale risulta implicito nelle sue possibilità di incontro
e crescita con il pubblico. L'ambito in cui quest'arte si è
formata e nutrita è quello degli orientamenti culturali delle
neoavanguardie degli anni sessanta e settanta che non consideravano
più l'oggetto o il quadro come forma d'arte esclusiva, ma ritenevano
l'arte una forma di azionismo o di situazionismo in rapporto agli
oggetti, all'ambiente e al proprio corpo.
Gli artisti, oggi, praticano un valore della comunicazione estetica
attraverso le forme e i linguaggi più inusuali che vanno dalla
performance, alla pop art, alla body art in un
continuo di riferimenti dagli anni sessanta al postmoderno.
Il rapporto dell'arte con la tecnologia ha modificato i parametri
del "fare artistico": l'elettronica e il digitale
hanno prodotto artisticità modificando il rapporto percettivo
con la realtà.
Walter Benjamin in L'opera d'arte nell'epoca delle sua riproducibilità
tecnica aveva affrontato il problema delle modifiche apportate
dalla tecnologia al concetto di valore artistico. Il carattere innovativo
della riproducibilità ha determinato la perdita dell'unicità
passando a un'arte la cui funzione sociale diventa fondamentale in
rapporto all'esistenza di uno spazio ricettivo e di un pubblico. Risultano
sintomatici in questo senso tutta una serie di eventi che si sono
succeduti negli ultimi anni con temi e contenuti la cui connotazione
"sociale" e "politica" si chiarisce già
da alcuni slogan-manifesto, come ad esempio la Biennale di Venezia
5
(2003) con "la dittatura dello spettatore" e "stazione
utopia", Documenta XI (2002), ma anche Documenta X (1997)
che ha messo in evidenza le strategie capitalistiche con una serie
di manifesti di Hans Haacke 6
"Standortkultur" (La Cultura Corporativa) sottolineati
dallo slogan "Wer das Geld gibt, kontrolliert" (Colui
che dà il denaro, controlla) citazione della dichiarazione
di Hilmar Kopper della Deutsche Bank 7.
Il problema dell'arte, posto in termini educativi, coinvolge necessariamente
la sua dimensione storica relativa ad un discorso di alfabetizzazione
iconica: la storia del linguaggio delle immagini in relazione ai mass-media.
Le immagini possiedono una loro cronologia storica al servizio del
settore economico e politico gestito dalle varie figure professionali
che hanno determinato la prospettiva di ricerca e di memoria. Esse
assumono una funzione e un significato nel corso del tempo in rapporto
alle esigenze di una società che si trasforma. Quando si parla
di arte e di immagine, si pensa abitualmente a un linguaggio legato
ad una espressione pittorica e a tecniche affini, ma non alla comunicazione
in generale. L'immagine con la riproduzione tecnica ha prodotto una
grande prospettiva e la rivoluzione mediologica ha permesso lo sviluppo
di una cultura e di un'arte popolare. La pubblicità ha utilizzato
tutti i riferimenti linguistici dell'arte moderna per sedurre e rappresentare
divenendo "più reale del reale". Il mondo
della pubblicità si è sovrapposto al mondo dell'arte
e del mercato. Oggi tutto viene veicolato dal linguaggio delle immagini
e della pubblicità, che rappresenta la struttura di divulgazione
di un artista e della sua opera all'interno del sistema dell'arte.
I musei, le gallerie, le grandi manifestazioni espositive, le fiere,
i collezionisti, le aziende, le banche e le istituzioni rappresentano
un network a circuito chiuso che produce e pubblicizza eventi
coerenti, politicamente corretti e funzionali a palinsesti economicamente
forti.
L'opera d'arte viene determinata da un insieme di fattori in cui l'artista
è solo un elemento all'interno della production della
merce culturale.
Il direttore di un museo e i curatori di una mostra stabiliscono e
condizionano l'arte contemporanea, il progetto stesso di un artista
prevedendo cosa vorrebbero vedere.
Il critico d'arte è stato sostituito dal curatore, colui che
regola potere e parole.
In questo panorama qual è la massima aspirazione per un artista?
Il successo come forma di salvezza.
"... in Italia quello che crea la differenza tra i livelli
di successo, di costruzione della carriera di un artista, del potere
di promozione e contrattuale non è più la garanzia di
offrire dei valori a lunga gittata, ma la pianificazione museale"
8.
Non c'è nessuna illusione duchampiana di impegno mantenuto
al di fuori, l'artista fa ormai parte del sistema informativo, "i
poteri mediologici filtrano i saperi artistici e ne determinano le
sorti".
Il museo d'arte contemporanea come laboratorio e luogo di ricerca
e di esposizione di idee si apre al mercato, alle esportazioni, alla
formalizzazione di tendenze confezionate a cura dei direttori e dei
curatori manager. Il museo conferma il successo di un artista
arricchendo la collezione permanente con una sua opera e in questo
modo sancisce le scelte ed il potere di mercato grazie, anche, all'aiuto
di mercanti e collezionisti.
Si crea così una rete di promozione dove i curators
rappresentano la figura di collegamento tra pubblico e privato.
Il curator è nato proprio da una esigenza e un bisogno
di curare le public relations tra le gallerie e i musei, tra
i finanziamenti pubblici e privati e le istituzioni, per gestire eventi
locali e grandi manifestazioni. Egli diventa il garante di progetti
culturali e della loro riconversione in termini di marketing
e di economia nei confronti di tutti gli attori e i meccanismi strutturali
che li sostanziano. E' un ideatore di percorsi espositivi che abbiano
un senso, in una sequenza ben articolata finalizzata a coinvolgere
l'interesse di un pubblico nei confronti del contemporaneo.
In questo senso il curatore ha una funzione culturale, ma soprattutto
politica ed economica, è "... come un buon alchimista"
- afferma Sergio Risaliti, curatore indipendente - che cerca "...di
equilibrare queste forze all'interno prima di tutto di se stesso,
della sua disciplina e delle sue scelte".
Le sue mostre sono già un opera in sé che contiene tutte
le altre: la figura di curatore si identifica con quella di autore.
"Ogni mostra può essere considerata un'opera: io firmo
le mie mostre ..." 9
Malgrado questo disegno sistemico i musei e le gallerie cominciano
a dare segni di scompenso, le fiere d'arte rimangono in una posizione
di instabile precarietà confermandosi come eventi di promozione
e di commercializzazione; occorrono all'orizzonte nuove forme organizzate
e nuovi valori.
Lo sviluppo delle reti telematiche porterà sicuramente linfa
nuova e più democrazia nel sistema dell'arte, restituendo attenzione
al lavoro dell'artista, al dialogo con lo spettatore che potrà
scegliere che tipo di arte vuole indossare.
L'arte sarà sempre di più un'attività culturale
indirizzata verso una maggiore cerebralità, cercando di realizzare
l'idea duchampiana di un'arte che scavalca i luoghi deputati del potere.
Questa interpretazione dell'attuale sistema dell'arte, come operazione
di lettura e decodificazione in base all'aspetto sociologico del mercato
e delle sue potenzialità, anche se parziale e non esaustiva,
indubbiamente è utile per fare un bilancio provvisorio.
È opportuno e necessario, inoltre, pensare ad un approfondimento
di tematiche sulla contemporaneità, che tengano conto della
memoria storica del territorio, oltre ad una interpretazione politica
ed economica dei segni.
Grazie a Pier Giorgio De Pinto, Federico Gori, Manuela Menici e
Gerardo Paoletti per la testimonianza del loro lavoro come documentazione
iconografica in parallelo al testo, ognuno in maniera autonoma e nel
proprio specifico.
La ricerca di questi artisti non è esemplificativa rispetto
al commento critico, ma vuole essere una testimonianza di presenza
qualificativa, condivisa, di una realtà artistica e del territorio.
NOTE
1
Cfr. IB, VENEZIA, Il culto della personalità: e l'opera ?, in
"Flash Art", n. 251, Milano, aprile-maggio 2005.
2
SIGOLO, ALFREDO - Critico d'arte, Casting Live /16 febbraio 2005.
Cfr. http://www.artcasting.net/cast.alfredo.html
3
SACCO, PIER LUIGI, Rembrant SpA, in "Work" n. 12, Trento,
2005, p. 24.
4
BIFO BERARDI, FRANCO, Postfazione. L'angelo timido della vertigine pallida,
in Identità mutanti. Dalla piega alla piaga: esseri delle contaminazioni
contemporanee di Francesca Alfano Miglietti (FAM), Milano, Bruno Mondadori,
2004, pp. 200-2001.
5
LA BIENNALE DI VENEZIA. 50. Esposizione Internazionale d'Arte. http://www.labiennale.org/it/arti-visive/mostra/
http://www.labiennale.org/2003/it/arti-visive/mostra/presentazione_bonami/
6
HAACKE, HANS, Artist biography and art.
http://www.dialnsa.edu/iat97/Documenta/haacke.html
http://www.the-artists.org/ArtistView.cfm?id=8A01F55A-BBCF-11D4-A93500D0B7069B40
7
KLARTEXT !, The Status of the Political in Contemporary Art and Culture,
Ciclo di conferenze dal 14 al 16 gennaio 2005, Kunstlerhaus Bethanien
and Volksbuhne am Rosa-Luxemburg-Platz, Berlin.
Cfr. http://klartext-konferenz.net/about.html
8
PERRETTA, GABRIELE, Nuova vita o nuova morte del sistema dell'arte ?
Un declino che viene da lontano, in Art.comm. Collettivi, reti, gruppi
diffusi, comunità acefale nella pratica dell'arte: oltre la soggettività
singolare, Roma, Cooper & Castelvecchi, 2002, p. 239.
9
RISALITI, SERGIO, Scuole o Musei, la formazione dei curators, con Maria
Grazia Messina, in AA. VV., La sfida del contemporaneo. Spazi e prospettive
di formazione, Seminario, incontri a cura di Maria Grazia Messina, TRA
ART, Firenze, 2003.
Cfr. http://www.cultura.toscana.it/artecontemporanea/documenti/risaliti.pdf
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., Politica culturale e territorio, giornata di studio a cura
di Daria Filardo e Gino Gianuizzi, Galleria NEON>Campobase / Università
di Firenze, documentazione cartacea fornita dai relatori a supporto
degli interventi, Bologna 9 aprile 2005.
AA. VV., Gemini Muse. Giovani artisti nei musei italiani, Torino, Arti
grafiche Pozzo Gros Monti Moncalieri, 2002.
AA. VV., On air: video in onda dall'Italia, a cura di Andrea Bruciati,
Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone (GO), 2004.
BENJAMIN, WALTER, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità
tecnica, ed. it. Torino, Einaudi, 1966 (ediz. orig. 1955).
BIFO BERARDI, FRANCO, L'angelo timido della vertigine pallida, op. cit.
BONAMI, FRANCESCO (a cura di), Exit. Nuove geografie della creatività
italiana, Milano, Mondadori, 2002.
CORA', BRUNO - RISALITI, SERGIO - TAZZI, PIER LUIGI, Networking. Giovani
artisti in Toscana, Firenze, Edizioni Polistampa, 2002.
DE PAZ, ALFREDO - CARRUBBA, GIUSEPPE, L'arte nell'epoca postmoderna.
Teoria e poetiche, Università di Bologna, in Atti di partecipazione
al "XXII Premio Vasto 87/88 - Arte e Critica d'arte.
GELSOMINO, LUISELLA - ORLANDI, PIERO (a cura di), Legge Sedici. Note
a margine, Architettura/Arte pubblica/Paesaggio, Bologna, Editrice Compositori,
2005.
HEINICH, NATHALIE, La sociologia dell'arte, ed. it. Bologna, il Mulino,
2004 (ediz. orig. 2001).
MAGNAGHI, ALBERTO, Il progetto locale, Torino, Bollati Boringhieri,
2000.
MANOVICH, LEV, Il linguaggio dei nuovi media, ed. it. Milano, Edizioni
Olivares, 2002 (ediz. orig. 2001).
PERRETTA, GABRIELE, Nuova vita o nuova morte del sistema dell'arte ?
Un declino che viene da lontano, op. cit.
POGGIATI, ALESSANDRA, Spazio al nuovo attivismo, in "Arte e Critica",
n. 41, Roma, gennaio-marzo 2005.
SACCO, PIER LUIGI, Rembrant SpA, op. cit.
SENALDI, MARCO, Per una critica artistica all'economia, in "Work"
n. 12, Trento, 2005.
SMARRELLI, MARCELLO (a cura di), Berlino dieci anni dopo. Intervista
alla curatrice Marina Sorbello, in "Exibart.onpaper", Firenze,
marzo-aprile 2005.
VETTESE, ANGELA, Artisti si diventa, Roma, Carocci, 2004 (ediz. orig.
1998).
VETTESE, ANGELA, Ogni maestro ha il suo Prize, in "Il Sole 24 ORE",
Milano, 30 gennaio 2005.
WARBURTON, NIGEL, La questione dell'arte, ed. it. Torino, Einaudi, 2004
(ediz. orig. 2003)
LINKS
AA. VV., La sfida del contemporaneo. Spazi e prospettive di formazione,
Seminario, incontri a cura di Maria Grazia Messina, TRA ART, Firenze,
2003.
http://www.cultura.toscana.it/artecontemporanea/realizzazioni/seminari.shtml
ASSOCIAZIONE CULTURALE NEON
Galleria NEON>Campobase - Bologna
http://www.flashgiovani.it/arte/a_gall_neon.htm
http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?id=1112949320
BOART - Progetto che mira a creare una rete per la promozione dell'arte
contemporanea tra tutti gli operatori del settore (istituzioni, mondo
delle imprese e delle professioni, associazioni, artisti) a partire
da Bologna ma anche a livello regionale e nazionale.
http://www.bo-art.it
CIOSCHI, ANDREA, Telefonate interrotte [3]. In che mondo viviamo ?,
2004.
http://lemale.splinder.com/tag/telefonate_interrotte
D'ANDREA, PAOLA, Art as a point: Arte Fiera Art First 2005 - Bologna,
in "BTA - Bollettino Telematico dell'Arte", 30 marzo 2005,
n. 392.
http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00392.html
FAGGION, GUIDO, NuoveGenerAzioni al lavoro per la Fabbrica delle Arti
Contemporanee. La cultura per lo sviluppo contemporaneo ed originale
della città, in "BTA - Bollettino Telematico dell'Arte",
28 dicembre 2004, n. 386.
http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00386.html
GAI - Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani
http://www.giovaniartisti.it/chisiamo.asp
GO ! to ZO' - Rassegna di arte contemporanea di ricerca, Bologna, 2004/2005
Curatori: Andrea Cioschi e Antonio D'Orazio
http://www.zocaffe.it/go.htm
IUAV - Università di Venezia, Facoltà di design e arti,
attività culturali c a s T i N g, concorso per artisti visivi.
http://www.iuav.it/Facolta/facolt--di1/design/c-a-s-T-i-1/
KLARTEXT ! The Status of the Political in Contemporary Art an Culture,
op. cit.
http://www.klartext-konferenz.net/about.html
PROGETTO c a s T i N g: selezione di artisti visivi adatti ad essere
pubblicizzati attraverso manifesti appesi sui muri di Venezia durante
il vernissage della Biennale 2005. La promozione riguarda la persona
dell'artista, che viene messa in mostra al posto dell'opera.
http://www.artcasting.net
SACCO, PIER LUIGI, L'insostenibile leggerezza dei giovani artisti. I
fattori strutturali che indeboliscono il sistema Italiano, Torino, 2005.
http://www.torino-internazionale.org/Page/t07/view_html?idp=2369
STANZANI, STEFANO, Mercato dell'arte: quanto vale ?, intervista a cura
della redazione di Exibart a Stefano Stanzani, responsabile del progetto
scientifico del Laboratorio sul Commercio dei Beni d'Arte di Nomisma
S.p.A. http://www.exibart.com/notizia.asp?IDCAtegoria=1112&IDNotizia=11958
TAM TAM, Periodico dell'associazione Torino Internazionale. Sistema
dell'arte contemporanea. Torino Internazionale ha avviato un processo
di approfondimento delle dinamiche dell'arte contemporanea, Torino,
2005.
http://www.torino-internazionale.org/Page/t03/view_html?idp=2378
TEMPI, ALESSANDRO, All that art. Le soglie dell'arte, in "BTA -
Bollettino Telematico dell'Arte", 10 gennaio 2003, n. 314.
http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00314.html
TONELLI, MASSIMILIANO, a cura di, Artour-o, le fiere in hotel hanno
un nome, intervista a Tiziana Leopizzi, gallerista a Genova e direttrice
artistica dell'iniziativa "Artour-o".
http://www.exibart.com/notizia.asp?IDCategoria=210&IDNotizia=12336
TRA ART - Progetto per una rete regionale per l'arte contemporanea in
Toscana.
http://www.cultura.toscana.it/artecontemporanea/progetto/index.shtml
TRA ART - Tracce per una carta dell'arte contemporanea in Toscana, Provincia
di Prato.
http://www.cultura.toscana.it/artecontemporanea/rete/tracce_prato.shtml
URB_10 - Progetto per la realizzazione di dieci interventi d'arte contemporanea
negli spazi urbani di Bologna. 2004/2005.
Curatori: Andrea Cioschi e Antonio D'Orazio
http://www.urb10.net/
|